Il bambino che si ammala spesso
Sintomi e Malattie comuni
Sopratutto nella stagione invernale si diffondo numerose malattie infettive. L’ 85% di tali infezioni riguarda le ALTE vie respiratorie (Rinofaringiti, Faringotonsilliti, Otiti Medie, Laringiti), mentre il restante 15% colpisce le BASSE vie respiratorie (Tracheiti, Bronchiti, Broncopolmoniti, Bronchioliti).
Gli agenti responsabili di queste patologie sono per lo più virus (Respiratori sincinziali, Influenzali, Parainfluenzali, Adeno, Rhino ) e in misura minore batteri (Streptococchi e Haemophili etc.) la cui diffusione e quindi il contagio sono favoriti dalle lunghe ore della giornata che i bambini trascorrono in comunità al chiuso di asili e scuole. Queste malattie sono così comuni e frequenti che quasi tutti i bambini si ammalano almeno una volta nel corso dei primi cinque-sei anni e si considerano nella NORMA sino a 4-5 episodi di Infezioni Respiratorie Alte da 3 a 5 anni e 1-2 episodi di Infezioni Respiratorie Basse nella stessa età. Alcuni bambini, però, si ammalano con una frequenza ancora maggiore, tanto da allarmare i genitori i quali ricorrono al pediatra, cercando una risposta ed un rimedio al fatto che il loro bambino è “sempre ammalato”. Per dare ai genitori delle risposte rassicuranti e convincenti circa la transitorietà e la benignità di queste malattie, dobbiamo sforzarci di spiegare loro chiaramente come è fatto e come funziona il nostro sistema immunitario dalla nascita all'età adulta. Il sistema difensivo dell'organismo è organizzato come un esercito composto (mi si passi il termine) da «due corpi d'armata», ognuno dei quali ha caratteristiche e funzioni proprie. Il primo è detto sistema immunitario Aspecifico in quanto la sua azione è diretta verso qualsiasi agente estraneo, esso è costituito dalle barriere anatomiche (la pelle, le mucose, i succhi gastrici), da alcuni fattori umorali e da alcune cellule fagocitarie.
Il secondo, detto dell'immunità Specifica, ha un grado maggiore di specializzazione e reagisce in maniera più decisa ad un secondo incontro con l'agente aggressore grazie alle cellule memoria di cui è dotato le quali lo riconoscono, sanno come affrontarlo e lo eliminano con l’aiuto di altri fattori immunitari senza danno per l’organismo. Questi sistemi difensivi agiscono come un tutt'uno e difendono l’individuo da tutto ciò che può minacciarlo dall’esterno, ma il raggiungimento del massimo dell’efficienza, avviene dopo lunghi anni di addestramento.
Bisogna considerare che il bambino alla nascita, in attesa di imparare a difendersi con il proprio sistema immunitario, che a questa età è inesperto e che lo diventerà non prima dell'età scolare, viene protetto per qualche mese dagli anticorpi dell’immunità umorale che la madre gli fornisce attraverso la placenta nel corso della vita endouterina e, in misura maggiore, nelle settimane che precedono la nascita.
Un altro grande aiuto al neonato, per difendersi dalle infezioni, viene fornito dal latte della madre che, specie nei primi giorni di allattamento, contiene molti anticorpi detti Immunoglobuline A secretorie oltre a cellule difensive e altri fattori protettivi che rendono le mucose resistenti ai germi.
Con il tempo tutti gli anticorpi forniti dalla madre tendono a ridursi e verso l’ottavo mese raggiungono il livello minimo; tale periodo, detto della immnuno-deficienza fisiologica transitoria del lattante, dura sino a quando la produzione di anticorpi propri, prodotti dal Sistema Immunitario del bambino, non raggiunge livelli di discreta efficienza, cioè fino ai due anni di vita.
Negli anni successivi, come abbiamo detto, l'organismo, venendo a contatto con gli agenti infettivi (virus, batteri etc.), supera le infezioni, ne conserva la memoria e acquisisce una resistenza specifica e duratura verso ciascun agente infettante, ecco perché ci si ammala di più nell’età infantile.
Questo periodo di maturazione del sistema immunitario quindi, non è da considerare patologico, ma va accettato come una normale tappa evolutiva verso l'età adulta.
Alcuni pazienti vanno incontro a un numero ancora maggiore di episodi infettivi, rispetto a quelli considerati normali, generando nei genitori una giustificata ansia, ma, escluso rare patologie congenite del sistema immunitario e/o acquisite o patologie croniche, ci troviamo sempre di fronte a bambini sani. Chiedendo ai genitori, il più delle volte scopriremo, che anche essi si ammalavano spesso da bambini; ci troveremo di fronte a una caratteristica ereditaria predeterminata.
La benignità di questa situazione viene confermata anche dagli esami di laboratorio che risulteranno sempre nella norma, il vero problema di questi bambini è quello di avere un sistema immunitario un pò più lento a maturare e a reagire ai comuni agenti infettivi (virus, batteri, etc.), ciò provoca infezioni più frequenti e prolungate. Un'altra causa del ripetersi delle infezioni è dovuta anche al fatto che, dopo un episodio infettivo, e il bambino sembra apparentemente guarito, segue sempre una fase di convalescenza nella quale l'organismo, che sta superando un'infezione, è più debole ed è suscettibile ad ammalarsi di nuovo; si innesca così un circolo vizioso: infezione-deficit immunologico-infezione che, aggravato dall'inappetenza, sempre presente in queste situazioni, porta ad un ulteriore decadimento delle condizioni generali e a una nuova infezione.
Per questo motivo è necessario che il bambino guarisca completamente e che la convalescenza risulti prolungata senza avere fretta di riammettere il bambino in comunità o a contatto con i fattori di rischio.
PREVENZIONE
Che cosa possiamo fare per spezzare questo circolo vizioso, in attesa che la situazione migliori spontaneamente con la crescita del bambino?
Innanzitutto la prevenzione deve iniziare in gravidanza: la gestante deve seguire uno stile di vita sano e deve, dopo la nascita, alimentare il bambino esclusivamente con il suo latte.
Negli anni successivi la dieta deve essere ricca ed equilibrata, non devono mancare la frutta e la verdura che apportano vitamine, minerali e oligoelementi, oltre che i farinacei, la carne, il pesce e i formaggi che apportano altri elementi molto importanti per la crescita e per la difesa dell’organismo.
E’ necessario praticare tutte le vaccinazioni obbligatorie e facoltative per prevenire gran parte delle malattie infettive più comuni dell'infanzia e cercare di modificare le condizioni ambientali in grado di interferire negativamente. Dobbiamo preoccuparci innanzitutto di ridurre l’inquinamento dell’aria che respiriamo, cosa non semplice da attuare ma che dobbiamo perseguire con determinazione, visto che l’incremento nell’aria dei gas tossici derivanti dalle auto, dalle industrie e dal riscaldamento domestico ha provocato un aumento della frequenza e della gravità di queste patologie.
Quello che invece si può fare più facilmente è intervenire nei luoghi dove il bambino vive, mettendo in pratica tutte le norme igieniche che possano ridurre il contagio; l'ambiente che ospita il bambino deve essere ampio, aerato, accuratamente pulito, riscaldato ed umidificato adeguatamente, infatti, una eccessiva secchezza dell'aria che si respira apre la porta ai germi che aggrediscono l'apparato respiratorio.
Bisogna inoltre evitare che il bambino respiri aria eccessivamente fredda, quindi, quando questi si deve spostare, magari nelle prime ore del mattino o a sera d’inverno, è utile coprire il naso e la bocca con uno scialle. Deve essere impedito che si fumi negli ambienti frequentati dal bambino, il fumo passivo infatti, è in grado di causare una diminuzione delle difese immunitarie.
Bisogna sterilizzare le stoviglie, i bicchieri e la biancheria e farne uso personale utilizzando nelle mense, ove è possibile, materiale usa e getta; gli agenti patogeni, infatti vengono per lo più eliminati con gli escrementi e con le secrezioni dell'apparato respiratorio, basti pensare che con un semplice starnuto eliminiamo nell’aria circostante ben 20.000 goccioline e con un colpo di tosse diffondiamo nell'ambiente centinaia di germi che possono essere responsabili del contagio. Il contatto quotidiano che avviene negli asili nido o nelle scuole materne, aumenta naturalmente l'esposizione ai microrganismi patogeni, anche perché i bambini non sono ancora in grado di mettere in pratica la maggior parte delle norme igieniche personali, come ad esempio mettersi la mano davanti alla bocca quando si tossisce o pulirsi il naso con cura.
E’ quindi importante che il personale rispetti tutte le norme previste per limitare la diffusione, non solo di queste malattie respiratorie, ma anche di altre malattie a trasmissione oro-fecale.
Un precoce isolamento del bambino malato e il suo allontanamento per qualche giorno dall’asilo o dalla scuola è utile, oltre che ai suoi compagni, a se stesso.
Bisogna dunque rispettare i tempi di guarigione, prima di riammettere i bambini in comunità, visto che ogni malattia ha un accertato periodo di contagiosità e che, specie per quelle di natura virale, questo periodo è scarsamente influenzato dai farmaci.
LA TERAPIA FAMACOLOGICA
Abbiamo molti farmaci a disposizione per superare gli episodi acuti (antipiretici, antiinfiammatori, antibiotici, mucolitici etc.) ma i genitori, stanchi di vedere il proprio bambino spesso malato, ci chiedono se esistono farmaci che prevengono o che risolvono una volta per tutte queste infezioni.
Purtroppo, alla luce di quanto abbiamo detto, dobbiamo solo aspettare che il bambino cresca e mettere in pratiche tutte le misure igienico-ambientale-comportamentali su esposte.
La prevenzione con i farmaci cosiddetti immuno-modulanti e con i vaccini cosidetti catarrali derivati da agenti infettanti modificati, deve essere decisa dal pediatra, valutando sempre il rapporto costo-beneficio, visto che non vi è unanimità sulla loro effettiva efficacia.
Ben diverso deve essere l’atteggiamento verso i vaccini specifici anti-influenzali o verso specifici agenti batterici (anti-pneumococchi, anti-meningocco) che dovrebbero essere consigliati, oltre che ai bambini con patologie croniche, anche ai bambini che si ammalano spesso per prevenire malattie più gravi.